Stella Maris sintesi dello stile mediterraneo
Su una piccola altura sovrastante il golfo di Porto Cervo sorge la bianchissima chiesa Stella Maris che, con le sue forme sinuose, abbraccia non solo il mare punteggiato di barche ma anche i lussuosi yacht attraccati nel porticciolo antistante, la promenade du port e il noto villaggio di casette colorate alternate agli hotel e alle boutique che fanno da capolino nelle celebri “piazzette”.
La chiesa Stella Maris è tanto suggestiva quanto carica di mistero. Al suo interno conserva inestimabili tesori d’arte ed è essa stessa un’opera di architettura contemporanea. Progettata negli anni Sessanta del XX secolo dal famoso architetto Michele Busiri Vici, costituisce un elemento che disegna e impreziosisce il paesaggio e si fa portatrice di profondi significati capaci di andare oltre la fede per abbracciare la spiritualità, in un contesto principalmente conosciuto per gli aspetti più frivoli e mondani.
Quando l’ho visitata per la prima volta, devo dire di essere rimasto parecchio colpito da questa struttura così irregolare e bella, armoniosamente inserita in uno scenario unico quale è quello della Gallura in cui il granito si mescola e si fonde con la macchia mediterranea prima di tuffarsi nell’acqua color smeraldo.

Stella Maris Porto Cervo
Non appena con lo sguardo ho adocchiato la piccola cupola impreziosita da maioliche turchesi e il campanile conico che svetta verso l’alto, mi sono venuti in mente Gaudì, la sua Barcellona e gli straordinari villaggi rurali dell’Andalusia.
Come già anticipato, la chiesa Stella Maris custodisce opere d’arte dal valore inestimabile ed è espressione di una storia che seppur recente è comunque accattivante! Se mi seguite vi racconto tutto, ad iniziare dalle vicende che hanno portato all’edificazione di questo luogo di culto, l’unico di Porto Cervo, ricco di simboli che richiamano ai riti della religione cristiana e del paganesimo.

Stella Maris Porto Cervo
La storia della chiesa Stella Maris
La chiesa Stella Maris è di recente costruzione, come d’altronde lo è anche la stessa Porto Cervo nata nei primi anni Sessanta dall’intuizione del principe Karim Aga Khan IV il quale, acquistati i terreni in quella zona nota col nome Monti di Mola, inizia a edificare l’abitato che non tarda ad affermarsi come il paradiso privilegiato per le vacanze di nobili ed esponenti del jet set mondiale.
Sono quelli gli anni d’oro della Costa Smeralda, dello sfarzo e delle feste sfavillanti.
In un ambiente così modaiolo ed esclusivo, in cui qualsiasi piacere poteva trovare soddisfazione, il principe non aveva però considerato l’opportunità di trovare risposta alle esigenze spirituali dei suoi ospiti. Eppure, parafrasando il celebre titolo di una telenovela, anche i ricchi pregano!
A offrirgli conforto ci ha pensato Don Raimondo Fresi, un parroco descritto come molto carismatico, confessore di vip e teste coronate, nonché conoscitore dei loro racconti segreti che chissà, magari avevano a che fare con amori fugaci e tradimenti consumati tra le bollicine al chiaro delle grandi lune smeraldine.
Privo di una chiesa in cui poter predicare, don Raimondo, inizia a celebrare tutti i giorni la messa nella piazzetta di Porto Cervo, replicando le domeniche anche nelle piazzette delle vicine Baja Sardinia e Liscia di Vacca.
Il sogno del parroco è proprio quello di far erigere una chiesa nel lussuoso borgo del Nord Sardegna e grazie al suo potere persuasivo riesce nell’intento, convincendo i ricchi villeggianti a dare prova della loro generosità. L’aiuto maggiore arriva però dal principe Aga Khan che, nonostante non sia di fede cristiana, appoggia la scelta del prete e con una cospicua donazione permette di edificare la chiesa che viene intitolata nel 1968 alla Regina del mare.
Il simbolismo arcaico di Stella Maris
L’incarico di progettazione della chiesa fu affidato all’architetto e urbanista romano Michele Busiri Vici, affermato e noto professionista che seppe interpretare perfettamente il desiderio di costruire un luogo di culto in armonia col paesaggio.
Lo stile prescelto è quello definito “mediterraneo”, caratterizzato da forme arrotondate e linee flessuose che si ripetono sia all’esterno che all’interno a cui si somma l’impiego del coppo rossiccio sulle coperture e l’utilizzo di materiali naturali.

Stella Maris Porto Cervo
La chiesa ha una particolarità: non presenta neanche un angolo! Le pareti, arrotondate e dall’andamento curvilineo che richiamano alle onde del mare, producono un effetto di incredibile morbidezza enfatizzata dal bianco candido della calce utilizzata per l’intonaco.
Anche l’azzurro delle ceramiche applicate alla cupola sono un chiaro riferimento al mare ed elemento di congiunzione con il cielo verso cui protende l’alto campanile di forma conica e dalla base allargata. Lungo le pareti laterali si alternano bassorilievi, figure stilizzate e scolpite sui muri unitamente a strani segni di difficile decifrazione.

Il Campanile conico della chiesa Stella Maris

Stella Maris Porto Cervo. La facciata
Di particolare pregio e originalità è la facciata che si presenta con sei monoliti in pietra modellati dal vento che, sorreggendo una lunga trave in ginepro che richiama lo stile degli antichi stazzi, forma un bel porticato in cui sostare prima di entrare al tempio.
Come si legge nel sito internet dedicato alla chiesa Stella Maris la scelta dei collocare questi monoliti all’esterno potrebbe richiamare “all’antico culto risalente alla preistoria della Sardegna, prima della cristianizzazione, ancor oggi evidente nei circoli megalitici diffusi in tutta l’isola. L’architetto, posizionando questi monoliti all’ingresso della chiesa ha affermato che l’umanità funge da atrio alla divinità, l’antica religiosità diventa base per la costruzione del nuovo impianto di fede”. Anche il numero dei monoliti pari a sei potrebbe significare “il numero del macrocosmo, simboleggiato dalla figura della stella a sei punte oppure il numero della creazione”.
Questo patrimonio simbolico, variamente distribuito nella chiesa, sotto forma di mezzelune, fiori e geometrie si rintraccia anche al suo interno. Su alcuni banchi in legno è ad esempio intagliato proprio il fiore della vita, la stella a sei punte e altre figure.
Stella Maris. Una chiesa, uno scrigno d’arte
La chiesa Stella Maris, nella sua stupefacente semplicità, all’interno si sviluppa secondo un continuum di archi e feritoie e presenta un’originale pavimentazione costituita da fette di granito irregolare. Per la cronaca: ci scappa subito il #selfeet! 😆

Il pavimento a fette di granito

Stella Maris – Interno
Appena si varca il portone centrale in bronzo su cui è scolpita l’Annunciazione, realizzato dall’artista contemporaneo Luciano Minguzzi (lo stesso che ha realizzato la ‘Porta del bene e del male’ nella basilica di San Pietro e la ‘Quinta porta” del Duomo di Milano) si viene avvolti da un intenso ed elegante profumo di ginepro, probabilmente derivante dai banchi in legno. Tutto al suo interno richiama al mare, a partire dall’acquasantiera, una grande conchiglia color avorio e dalle maniglie dei portoni a forma di gusci.

Stella Maris acquasantiera

Maniglie a forma di conchiglie
Percorrendo la navata laterale destra, nella penombra ecco che compare, incastonato nel muro, un bellissimo dipinto risalente al Cinquecento. Si tratta della “Mater Dolorosa” dipinta da El Greco, che fu a suo tempo alunno di Tiziano.
Ma come c’è arrivato quel quadro a Porto Cervo?

La Mater Dolorosa di El Greco
La vicenda ha quasi dell’incredibile. La Vergine apparteneva a una facoltosa nobildonna, la baronessa Tissen-Bentinck, moglie dell’ambasciatore olandese a Parigi. Appresa dalla stampa la notizia dell’inaugurazione della chiesa, la baronessa comunica al principe Aga Khan di voler donare il prezioso dipinto al tempio marino inviando il pezzo direttamente dall’America. Dopo varie peripezie dovute a questioni burocratiche e doganali, la Mater Dolorosa, dall’espressione triste e compassionevole, giunge finalmente in Costa Smeralda a bordo dell’elicottero privato del principe.
La Mater Dolorosa è certamente l’opera di maggior pregio all’interno della chiesa ma non è l’unica. Sull’altare è esposto un crocifisso settecentesco in legno di scuola tedesca, proprio dietro l’austero altare in pietra. Sul fronte opposto, sopra il portone, da una terrazza interna si scorge l’organo a canne (in osso e in ebano) datato alla fine del Seicento realizzato dalle mani dei fratelli napoletani De Martino.

Il crocifisso di scuola tedesca

L’organo di scuola napoletana sulla terrazza interna
Bellissimi anche i lampadari, la scultura del Cristo incastonata nel leggio dell’altare, quella dell’annunciazione e la Via Crucis sulla parete laterale sinistra. All’esterno fanno invece capolino due sculture in pietra del maestro Pinuccio Sciola: Papa Giovanni Paolo II e San Giuseppe.

Il Cristo del leggio

Particolare dei lampadari

La via crucis
Ecco, l’avreste mai detto che a Porto Cervo si trova questa bella perla di architettura contemporanea dal retrogusto arcaico? Se ci fate un salto, non dimenticate di passare a dare uno sguardo alla chiesa Stella Maris. Ne vale la pena. Al prossimo jump 😉
Per saperne di più:
http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2008/08/28/STCPO_STC01.html
https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/

Chiesa Stella Maris Porto Cervo

Chiesa Stella Maris Porto Cervo

Chiesa Stella Maris Porto Cervo

Chiesa Stella Maris Porto Cervo

La chiesa Stella Maris di Porto Cervo