Un salto a Perfugas alla scoperta del retablo di San Giorgio
Il 2017 è passato alla storia come l’anno dei Borghi, il 2018 come quello del cibo e il 2019 come l’anno del turismo lento. E il 2020 che anno sarà mai? eheheh domanda da 100 milioni di dollari a cui in tanti staranno rispondendo a suon di parolacce. Battute a parte, dopo tutto quello che è successo, probabilmente possiamo immaginare che il 2020 sarà un po’ la sintesi dei precedenti, ovvero, l’anno del turismo di prossimità, all’insegna dei luoghi poco affollati, meno noti e possibilmente non troppo distanti da casa. Almeno così sembrerebbero indicare i sondaggi realizzati per testare i desiderata del turista post Covid-19.
Nonostante la crisi, i meno giorni di ferie a disposizione e la paura (perché diciamocelo regà, la gente ha paura!) gli italiani pare che non intendano rinunciare alle vacanze. Magari saranno più brevi e sicuramente più parsimoniose ma la voglia di evadere, almeno per qualche giorno, è rimasta intatta.
Perché, allora, non approfittarne per fare dei piccoli break in paesi e borghi solitamente tagliati fuori dai grandi circuiti del turismo di massa dove, peraltro, sono custoditi magnifici capolavori d’arte e d’architettura?
Oggi vi voglio proporre una visita al paese di Perfugas, in provincia di Sassari, che io ho esplorato proprio la settimana scorsa.
Seguitemi in questo viaggio alla scoperta del sacro inaspettato.
Perfugas nel cuore dell’Anglona
Perfugas è un piccolo paese della Sardegna Nord Occidentale, appartenente alla regione storica dell’Anglona.
Si trova a poca distanza da Tempio Pausania, da Castelsardo e, ovviamente, dalla bellissima costa.
È questo un borgo rurale di antichissima datazione che oggi conta poco più di 2.300 anime.
Il suo nome deriva da perfugae, ossia immigrati, profughi o fuggiaschi, in quanto, stando alla leggenda, i primi a colonizzare l’area furono i Balari, nuragici provenienti dal Logudoro (altra sub regione della Sardegna).
Il simbolo di Perfugas è San Giorgio (lo sapevate che è anche patrono di Barcellona?) e ora vi dico il perché.
Il retablo di San Giorgio a Perfugas
Se fate un salto a Perfugas, oltre a una passeggiata fotografica nel meritevole centro storico, non potete non visitare la Cinquecentesca chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli.
La facciata policroma è esito di importanti interventi di rifacimento realizzati soprattutto nel corso del Settecento e dell’Ottocento.
Se gli esterni sono decisamente scenografici e hanno il potere di catapultarvi indietro di qualche secolo, l’interno vi lascerà a bocca spalancata.
In un’ala laterale della chiesa è infatti conservato ed esposto il maestoso retablo di San Giorgio, un vero e proprio gioiello di arte sarda che purtroppo ancora in pochi conoscono.
Composto da 54 tavole separabili, alto più 8,40 metri e largo 6,60 metri, è uno dei più grandi retabli della Sardegna.
Realizzato nel XVI secolo e inizialmente attribuito alla Scuola del maestro di Ozieri, risulta ancora oggi ignota l’identità del suo esecutore. Per tale ragione e per convenzione la sua mano viene indicata come quella di un non meglio identificato maestro di Perfugas.
Il retablo, che apparteneva alla chiesa campestre di San Giorgio (unica testimonianza rimasta di un antico villaggio ormai scomparso), è stato sottoposto a un lunghissimo e attento intervento di restauro resosi necessario a causa di alcuni elementi di degrado dovuti all’umidità.
La nuova collocazione nella parrocchiale si deve proprio alle motivazioni di sicurezza e salubrità dell’opera.
La funzione didattica e didascalica del retablo
La funzione del retablo, in passato, era anche didattica e didascalica nei confronti di una popolazione che, con molta probabilità, era in gran parte analfabeta.
Il sacerdote, che officiava la messa dando le spalle al pubblico, grazie alle raffigurazioni delle tavole poteva illustrare in maniera efficace i diversi passaggi del vangelo.
Il retablo di Perfugas, infatti, riproduce le scene relative a: l’Annunciazione, San Giorgio e il drago, San Gavino a cavallo, la Visitazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Presentazione al tempio, la Resurrezione, la Pentecoste, l’Ascensione, la Sacra Famiglia, l’Incoronazione di Maria e la Crocifissione.
Alcune curiosità sul retablo di San Giorgio
Il retablo di Perfugas presenta diversi elementi che vi invito a cogliere dal vivo se andrete ad ammirarlo:
1) In una tavola, sulla destra, è raffigurato colui che ne finanziò la realizzazione come segno di ringraziamento al santo, meritevole di aver risparmiato il paese da una terribile peste.
2) Nella Sacra Famiglia dipinta al centro compare anche Sant’Anna, la mamma di Maria, quasi mai presente in questo tipo di raffigurazione.
3) Nella nicchia centrale è ospitata una statua di San Giorgio ma in passato doveva esserci quella di una Madonna con il bambinello in braccio.
4) Una tavola, quella dell’annunciazione, è molto somigliante a un’altra annunciazione appartenente al retablo di Ozieri. Se infatti osservate lo sfondo, noterete la presenza degli stessi elementi paesaggistici.
Le statue che circondano il retablo
Tutto attorno al retablo sono dislocate diverse statue antiche, provenienti dalle chiese del territorio e gelosamente custodite per anni dalle famiglie del posto, le quali oggi hanno deciso di donarle al museo diocesano.
Tra le più curiose quella della Vergine delle recomandate (eh immagino che molta gente si sarà invocata a lei).
Più inquietante risulta essere il Gesù Bambino con la faccia e la pettinatura un po’ da adulto.
Assolutamente singolare, non l’avevo mai vista prima, la statua di Dio, chiamata “de su Babbu Mannu”. Se ci pensate Dio non viene quasi mai raffigurato. A Perfugas c’è!
Molto bello anche il Sant’Antonio in legno.
Le altre chiese del territorio
Una volta fuori dalla chiesa, seguendo un sentiero che la costeggia sul retro, si può arrivare fino a un’altra chiesetta romanica, quella di Santa Maria della Concezione detta anche “De Foras” (Di fuori) (forse perché extra muros?). Datata al 1160, è tra le chiese bicrome più antiche della Sardegna (per alcuni è la più antica).
Davanti presenta un arco, anch’esso bicromo, realizzato con conci di trachite rossa e bianca.
A 3 km dal paese si trova invece la chiesa di San Giorgio, che a questo punto dovete assolutamente vedere. È qui che si trovava il bellissimo retablo. Purtroppo era chiusa (un film già visto anche in altre chiese campestri, sic!) ma il contesto paesaggistico in cui è inserita è unico.
Vi colpirà certamente il nuraghe prospicente che dialoga e si relaziona con l’architettura religiosa creando una singolare associazione storica e culturale.
N.b. Il retablo è visitabile con guida. Il ticket di accesso ha un costo di 4 euro a persona e consente di avere la riduzione di 1 euro in un altro museo a scelta tra quelli del Sistema Museale Integrato della Diocesi di Tempio-Ampurias.
Fatemi sapere se ci andate e le vostre impressioni.
Al prossimo viaggio nei borghi 🙂
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