La Sardegna, la primavera e l’andar per erbe
La bella stagione è alle porte e la Sardegna, come ogni anno, si prepara ad offrire il massimo del suo splendore. La primavera è, infatti, il periodo dell’anno migliore per apprezzare questa terra ricca di paesaggi tanto vari quanto incredibilmente colorati.
A prescindere da dove decidiate di andare, che sia in Gallura, in Marmilla, nel Guilcer o in Barbagia (sono solo alcune delle regioni storiche dell’isola e se le vuoi scoprire tutte clicca qui), sono certo che non potrete fare a meno di restare a bocca aperta davanti alla vivacità dei campi che, come in una danza festosa, si alternano e si susseguono senza soluzione di continuità.
Prati gialli, colline dalle mille tonalità di verde (roba che la Green Ireland scansate), radure dove il lilla si tinge di rosa e di blu, e poi l’arancione e il bianco. Un caleidoscopio di colori ammalianti e inebrianti. Eh sì, perché oltre all’aspetto visivo c’è anche quello olfattivo e soprattutto gustativo 😛 La primavera in Sardegna è dunque un’esperienza totalizzante che coinvolge tutti i sensi.
Ma la primavera è anche la stagione dei trekking (io li amo, ne avevo scritto qui) e delle lunghe passeggiate nei campi, da soli o in compagnia.
In questo sono specializzato e mi ritaglio sempre qualche pomeriggio per esplorare le campagne (impegni lavorativi permettendo of course) perché fin da piccolo sono stato instradato all’arte di andar per erbe, alla ricerca di piante selvatiche commestibili e appetitose.
Primavera in Sardegna: la riscoperta delle erbe selvatiche
Nelle campagne sarde, da un paio d’anni a questa parte, si registra un positivo fenomeno: un aumento considerevole dei raccoglitori di erbe selvatiche, funghi, more, mirto e altre piante appartenenti a specie endemiche e ricche di proprietà nutritive.
Complice la crisi economica che ha portato ad assumere comportamenti più sostenibili e rispettosi dell’ambiente, con un occhio di riguardo alla filiera del cibo, e soprattutto per via della riscoperta di tutto ciò che è Local, Tipico, “del territorio”, naturale o a km zero, sempre più persone stanno riscoprendo il piacere di gustare cibi antichi e semplici, in alcuni casi snobbati per anni.
La globalizzazione, che ha contribuito a standardizzare e omologare comportamenti e consumi, ha avuto il pregio di farci reagire e prendere coscienza delle nostre unicità.
La rivoluzione slow e green parte anche e soprattutto dalla tavola, punto di arrivo di ingredienti di cui ci piace sempre più conoscere la provenienza.
Ecco che allora una passeggiata in campagna, soprattutto in primavera, fa bene allo spirito, al corpo e al palato. Ora vi parlo un po’ delle mie tre piante selvatiche preferite, frequentemente diffuse nei nostri campi.
Primavera in Sardegna: è tempo di finocchietti
Il finocchietto selvatico, in sardo frenugheddu, è una pianta super saporita che abbonda nelle campagne della Sardegna. È forse quella che viene maggiormente raccolta da cercatori e aficionados. Basta armarsi di borsa e coltello per reciderli lasciando la radice a terra.
Il profumo del finocchietto selvatico è inconfondibile.
In cucina viene utilizzato in diverse ricette: se non finisce dritto nel minestrone può costituire l’ingrediente principale delle frittate, è buonissimo abbinato col formaggio filante ma c’è anche chi lo conserva sott’olio e chi lo utilizza per produrre l’omonimo liquore.
A Sedilo, il mio paese, il finocchietto è impiegato per realizzare Sa Suppa che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è una zuppa! Sa suppa si presenta come una lasagna i cui strati sono rappresentati dalla spianata sarda alternata ai finocchietti precedentemente scottati nell’acqua salata e al pecorino. Dopo una cottura di circa mezzora al forno il piatto è pronto e voilà, è tutta musica per le papille gustative.
Asparagi selvatici: ingredienti immancabili della primavera in Sardegna
Gli asparagi sardi sono diversi da quelli che comunemente si trovano sul mercato. Innanzitutto sono molto più sottili, dal colore verde scuro e dal sapore pronunciato. Crescono generalmente in mezzo ai rovi, ragion per cui raccoglierli si rivela un’impresa, come dire, graffiante.
Le loro proprietà depurative sono indiscusse e il gusto dolce e amarognolo è un qualcosa di unico.
Come vengono cucinati? In padella con un filo d’olio, un pizzico di sale e alla fine si amalgama il tutto con l’uovo sbattuto. Goduria allo stato puro 😛
Primavera in Sardegna è anche Bietole&Cicoria
Altre due erbe di cui faccio incetta nelle campagne sarde sono la Bietola e la Cicoria. Crescono spesso ai bordi delle strade o dei sentieri, sono facilmente riconoscibili e facili da raccogliere. Come vengono impiegate in cucina? Beh potrebbero finire anch’esse in un minestrone oppure in una bella insalatona di verdure cotte.
Queste sono le mie tre piante preferite. E le vostre quali sono? Amate qualche pianta selvatica in particolare e avete ricette da suggerire? Non siate timidi, scrivete, scrivete, scrivete 🙂
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