I riti della Settimana Santa di Sassari
Sono le sei e mezza del pomeriggio e il sole non è ancora tramontato in Largo Monache Cappuccine, nel centro storico di Sassari, dove i tocchi sordi di un tamburo in pelle rimbombano con un suono tetro e cupo.
Sembra quasi un presagio funesto scandito lentamente.
Mentre alcuni confratelli che indossano tuniche viola fanno la posta dentro e fuori la chiesa, che all’interno accoglie una lunga schiera di statue splendidamente adornate di fiori e pronte per essere portate in spalla per le vie della città, una piccola folla inizia a radunarsi nel piazzale antistante il vecchio convento.
Antiche litanie si mescolano a invocazioni e preghiere mestamente sussurrate davanti alle fiamme delle tante candele che illuminano mani, visi e speranze.
È un’atmosfera surreale, carica di fede e partecipazione quella che precede l’inizio della processione dei misteri, uno dei più suggestivi e rappresentativi riti della Settimana Santa di Sassari.
Se si pensa ai riti della Settimana Santa in Sardegna, la mente corre subito ai più noti come quelli di Castelsardo o di Iglesias, nonostante si tratti di un corpo di tradizioni diffuse in tutta l’isola, eredità di quattro secoli di dominazione spagnola, impreziosite dagli elementi della cultura sarda rintracciabili nei canti liturgici, nelle esibizioni dei cori polifonici e in altri dettagli che solo qui si possono apprezzare.
I riti della Settimana Santa di Sassari, di cui ignoravo l’esistenza, li ho scoperti quasi per caso grazie all’invito ricevuto da alcuni componenti dell’Arciconfraternita dei Santissimi Misteri.
Devo ammettere di esserne rimasto positivamente colpito per la forte carica emotiva, la devozione dei fedeli e il corredo iconografico adoperato nelle diverse processioni.
Mi sono stupito di come questi riti siano generalmente poco conosciuti al grande pubblico quando, invece, potrebbero rappresentare un elemento di forte richiamo, anche sul piano turistico.
Mi sono anche chiesto se forse non occorra fare qualcosa in più per promuoverli maggiormente.
Come sapete, Sardinia Mood parla solo delle cose che effettivamente lo colpiscono, delle particolarità che meritano di essere raccontate. È per questo che ho deciso di dedicare un articolo ai riti della Settimana Santa di Sassari che si compongono essenzialmente di quattro momenti cruciali:
- La processione dei misteri il martedì santo
- La processione dell’Addolorata il mercoledì santo
- La lavanda dei piedi e il giro delle sette chiese il giovedì santo
- S’iscravamentu e la Via Crucis il venerdì santo
La processione dei misteri a Sassari
L’inizio ufficiale dei riti della Settimana Santa a Sassari si ha con la processione dei misteri che si tiene il martedì santo.
Con una durata di oltre 4 ore, è sicuramente tra gli appuntamenti più suggestivi e rievoca i passaggi toccanti della passione di Cristo servendosi di una serie di simulacri del 1600 trasportati a spalla dai membri delle diverse arciconfraternite per le viuzze del centro storico.
Durante il percorso si fa sosta in numerose chiese, 7 in tutto oltre a quella di inizio e fine che non viene conteggiata.
La processione dei misteri segue un percorso ad anello, parte dalla chiesa della Pietà annessa al convento delle Monache Cappuccine e prosegue in quella di San Giacomo e nel vicino Duomo di San Nicola, patrono della città; staziona nelle chiese di Sant’Apollinare, Sant’Antonio e della Santissima Trinità (che sarà il cuore nevralgico degli appuntamenti del venerdì santo) al di fuori della cinta muraria che un tempo racchiudeva la città “veccia”. Da lì si dipana nuovamente nel centro storico fino alla chiesa del Rosario prima di scendere lungo il corso Vittorio Emanuele, fare tappa alla chiesa di Sant’Andrea e rientrare, infine, in largo Monache Cappuccine.
Qua sotto ho voluto ricostruire l’intero tragitto con indicazione, in ordine, delle chiese toccate. Il punto di inizio e di fine coincide con il numero 1 che corrisponde, appunto, alla chiesa delle Monache Cappuccine.
Le origini antichissime della processione dei misteri
La processione dei misteri è organizzata dalla Confraternita dei SS. Misteri e affonda le radici nel passato medievale della città di Sassari.
Accompagnata dalla banda musicale, è aperta da un confratello che suona il tamburo, seguito da altri confratelli che hanno il compito di guidare la schiera dei fedeli e che tengono in mano lu rocciu, un bastone alto due metri con una croce d’argento fissata sulla sommità.
A seguire li andadori che tengono in ordine la processione.
A precedere le statue vi è un confratello con il volto coperto, detto lu babarrottu, che porta una croce avvolta da una stola bianca, scortato da due ragazzini che reggono delle candele.
Ma il cuore della processione è rappresentato proprio dai simulacri recentemente restaurati: Gesù nell’orto, Cristo Flagellato con le mani legate, l’Ecce Homo con la corona di spine e il manto rosso, Gesù che porta la croce, la Maddalena, la Cattura, il baldacchino del Cristo in croce e la Madonna dei sette dolori.
Come racconta Enrico Costa, nel 1685 la nobildonna Maddalena Salvagnolo fece arrivare dalla Spagna alcune statue rappresentative di diverse stazioni della Via Crucis a cui si aggiunse successivamente quella della Madonna Addolorata trafitta da sette pugnali.
La processione è accompagnata anche dalle altre confraternite, alcune delle quali intonano lo “Stabat Mater” e il “Miserere”.
Prendere parte alla processione dei misteri si è rivelata un’occasione anche per scoprire il bellissimo centro storico di Sassari, dal fascino decadente ma molto caratteristico. Un centro storico fatto di architetture particolari, che merita senz’altro attenzione sotto il profilo della riqualificazione e della valorizzazione.
Qualche cenno sulle confraternite di Sassari
I riti della Settimana Santa di Sassari sono curati dalle cinque storiche confraternite della città.
Ognuna si distingue per un preciso colore, la chiesa di riferimento e il proprio specifico coro.
La più antica è l’Arciconfraternita di Santa Croce e del Gonfalone (tunica bianca), le cui origini risalirebbero al 1200, seguita da quella dell’Orazione e Morte (tunica nera) fondata nel 1568, da quella dei Servi di Maria (tunica bianca con scampolo nero) del 1614, da quella del SS. Sacramento (tunica bianca con mantella rossa) del XVII secolo e da quella dei SS. Misteri (tunica viola), anch’essa del XVII secolo e ricostituita nel 1938.
Gli altri riti della Settimana Santa a Sassari
Altri momenti di grande suggestione a Sassari sono costituiti dalla processione dell’Addolorata, che si svolge il mercoledì santo, dal Giro delle sette chiese (le cerche) del giovedì santo e che segue il rito della lavanda dei piedi e dalla Via Crucis del venerdì.
La processione dell’Addolorata del mercoledì non sono riuscito a vederla ma ho preso parte al Giro delle sette chiese il giorno successivo.
Dalla sera del giovedì santo e fino a tarda notte le chiese di Sassari restano aperte e i fedeli i quali, per chiedere una grazia o sciogliere un voto, effettuano il proprio personale pellegrinaggio scegliendone sette in tutto (possono essere anche di più, l’importante è che siano dispari) dove andare ad adorare i sepolcri. È questa anche un’occasione per scoprire la ricchezza delle chiese di Sassari e le opere in esse contenute, in un clima di grande suggestione e raccoglimento.
Altro momento cruciale della Settimana Santa a Sassari è la Via Crucis che si tiene la sera del venerdì santo e che dura diverse ore. Parte e termina dalla chiesa della Santissima Trinità. Qua avviene la deposizione di Cristo dalla croce, ad opera di Nicodemo e Giuseppe di Arimatea. Il corpo di Gesù viene poi accompagnato in processione per le strade del centro storico di Sassari, stazionando in alcune chiese, per essere poi ricondotto alla chiesa di partenza dove avviene la tumulazione delle spoglie all’interno di un sepolcro collocato sull’altare maggiore. Vi lascio alle immagini che ho pubblicato su facebook.
Ti potrebbe interessare anche il mio articolo sui riti della Settimana in Sardegna.
Per approfondire vedi:
http://lamiasettimanasanta4f5.blogspot.com
http://turismosassari.it/it/esplora-it/tradizione/item/640-i-riti-della-settimana-santa-a-sassari