Lanzarote, Spagna

Cosa vedere a Lanzarote: itinerario alla scoperta di Manrique

19 Settembre 2019

Itinerario sulle orme dell’artista Cesar Manrique

Tra le isole canarie, Lanzarote è forse la più particolare e affascinante di tutte. La sua immagine si lega a doppio filo a quella di Cesar Manrique, carismatico ed ecclettico artista del posto, che qui ha lasciato una inestimabile eredità culturale

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È grazie alla visione di questo straordinario genio del Novecento, non solo artista ma anche architetto, paesaggista e convinto ecologista, che oggi Lanzarote può presentarsi sul mercato internazionale delle destinazioni turistiche con una carta in più, quella della sostenibilità.

Se nelle altre isole dell’arcipelago il prodotto turistico predominante rimane il classico Sol y Playa, a Lanzarote puoi trovare molto ma molto altro oltre il mare.

Anzi io consiglio di andarci non tanto per fare il bagno ma quanto per l’unicità e la sconfinata bellezza dei suoi paesaggi, per ammirare le architetture locali, godersi attimi di puro relax, praticare sport all’aria aperta e toccare con mano cosa significhi esattamente fare turismo sostenibile (Lo sapevate che la Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile si svolse proprio qui nel 1995 e culminò con l’adozione della Carta di Lanzarote?).

Museo del campesino nel comune di Tahiche

Museo del campesino

A Lanzarote c’è tanto da fare e da vedere, penso che per esplorarla a fondo una settimana non sia sufficiente. Se il tempo è poco bisogna necessariamente compiere delle scelte ma qualsiasi cosa decidiate di fare non potrete non imbattervi in almeno una delle opere di Cesar Manrique. Io vi propongo allora un itinerario alla scoperta dei luoghi più significativi forgiati dalla mano dell’artista, che potrete visitare anche in tappe dilazionate nel corso dei giorni. Prima di tutto però mi sembra utile spendere due parole per ricordare chi era Cesar Manrique.

Cesar Manrique un artista poliedrico e all’avanguardia

Cesar Manrique (1919-1992) era un artista poliedrico di Lanzarote. La sua creatività si esplicava principalmente attraverso la pittura, la scultura e l’architettura, secondo una visione straordinariamente attuale e contemporanea ispirata alla continua ricerca dell’armonia tra uomo e ambiente.

Piscina Fundacion Manrique

La piscina all’interno della Fundacion Manrique

Si forma presso l’Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid, da cui parte per esporre le sue opere in giro per il mondo, partecipa ad eventi di portata internazionale come la Biennale di Venezia o la Biennale ispano-americana dell’Avana e subisce il fascino dell’America.

Sono i primi anni Sessanta e Manrique si trasferisce a New York, al tempo vero e proprio ombelico del mondo sotto molteplici punti di vista. Qui entra in contatto con diversi artisti suoi contemporanei e con la vita frenetica della metropoli.

Gli stimoli sono tantissimi ma il richiamo dell’isola è più forte e nel 1966 fa definitivamente rientro a Lanzarote.

Murale nel giardino della Fundacion Manrique

Murale nel giardino della Fundacion Manrique

È proprio a Lanzarote che Cesar Manrique realizza il suo progetto più grande, attraverso una vera e propria battaglia ecologista (pacifica si intende) per la difesa dell’isola dalla speculazione edilizia. Incoraggia le comunità locali e le amministrazioni pubbliche ad investire nel turismo, ma un turismo non di massa. La sua attenzione è infatti rivolta a nicchie di turisti che oggi potremmo definire in vario modo: responsabili, sostenibili, culturali, alternativi, ecc.

Nel 1978 è insignito del Premio Mondiale per l’Ecologia e Turismo e il suo pensiero appare ancora oggi rivoluzionario e controcorrente. L’impronta di Cesar Manrique è ovunque, la ritroviamo nelle sculture del vento posizionate nelle tantissime rotonde di Lanzarote, los juguetes del viento, nei loghi da lui stesso disegnati per diverse aziende, nell’armonia delle case bianche e basse dei villaggi che punteggiano la terra nera come stelle luminose, nei siti dismessi riconvertiti in attrattive turistiche e culturali.

Dopo la sua morte, avvenuta in un incidente stradale nel 1992, la sua opera continua ad essere valorizzata grazie all’attività della Fundacion Cesar Manrique.

Fundacion Manrique

Il panorama dalla Fundacion Manrique

Itinerario nei luoghi di Cesar Manrique

Le tappe che vi propongo per questo itinerario sono 8. Cliccando su ciascuna di esse potete andare direttamente alla descrizione e alle fotografie mentre dalla mappa digitalizzata presente alla fine dell’articolo potrete accedere ai link dei diversi siti e strutture.

 

Fundacion Cesar Manrique

Ingresso Fundacion Manrique

Ingresso Fundacion Manrique con uno dei suoi Juguetes del viento in primo piano

La Fundacion Cesar Manrique fu fatta realizzare dall’artista a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. È ospitata a Tahìche nella residenza scelta dopo il rientro dall’America.

Visitarla si rivelerà un’esperienza unica e dal forte impatto. La casa, infatti, è immersa in una colata lavica originatasi in seguito alle storiche eruzioni che colpirono Lanzarote tra il 1730 e il 1736. La struttura si estende per 3.000 mq su una proprietà di 30.000 mq.

Giardino Fundacion Manrique

Giardino Fundacion Manrique

Qua il dialogo tra architettura e natura trova la sua massima espressione fino ad arrivare quasi alla fusione, almeno visiva. Al piano superiore lo spazio è tutto per le grandi vetrate, le luci zenitali, le ampie vedute.

Fundacion Manrique

Dentro los Jameos della Fundacion Manrique

Giardino Fundacion Manrique

Giardino Fundacion Manrique

È al piano inferiore però che si resta a bocca spalancata: cinque bolle vulcaniche naturali comunicanti tramite tunnel scavati nella lava sono adibite a spazi abitativi adornati con sapiente gusto. Immancabile la piscina, elemento ricorrente nelle strutture progettate da Manrique. Fantastico anche il grande murale colorato che si trova nel giardino, meta sempre più affermata per selfiesti professionisti

 Casa museo di Cesar Manrique

Casa museo Cesar Manrique

Casa museo Cesar Manrique

Ad Haria, il paese delle mille palme, si trova la casa in cui Cesar Manrique trascorse gli ultimi anni della sua vita. L’artista, che amava questo villaggio, acquistò una vecchia masseria e la ristrutturò, nel rispetto delle tecniche costruttive locali, trasformandola in abitazione.

Ha aperto al pubblico dal 2013 come casa museo e la sua bellezza è indescrivibile.

Casa museo Cesar Manrique

Casa museo di Cesar Manrique

All’interno potrete ammirare gli spazi progettati da Manrique e arredati con sapiente gusto. È un vero peccato che dentro sia vietato scattare fotografie (cosa che non capirò mai) ma vi consiglio di farci un salto perché veramente ne vale la pena. Inoltre sia nella casa-museo che nella fundacion Manrique potrete usufruire di una guida digitalizzata da scaricare tramite applicazione sullo smartphone. Per questo è consigliato l’utilizzo di auricolari per non disturbare gli altri ospiti. Ah dimenticavo, nella casa museo di Haria si trova lo studio dell’artista, così come lui l’aveva lasciato, con le sue pitture, gli strumenti da lavoro e l’immancabile tuta blu.

Monumento al campesino

Nel territorio di San Bartolomé si trova una bellissima struttura bianca la cui architettura è ispirata alle costruzioni tipiche di Lanzarote. È il monumento al campesino, un vero e proprio museo non convenzionale con cui Manrique ha voluto rendere omaggio alla figura dell’agricoltore, il campesino per l’appunto.

Monumento al campesino

Monumento al campesino

Dista appena 15 minuti dalla capitale Arrecife e appena arrivati sul posto l’attenzione è subito catturata dal Monumento alla Fecondità, alto, bianco, imponente. Il museo, concepito come un villaggio rurale, ospita al suo interno il Mercado Autóctono Sostenible, ovvero una serie di attività artigianali alloggiate nelle diverse casette disposte a cerchio nel grande patio.

Mercado autonomo sostenible

Mercado autonomo sostenible

Qui si possono fare le cosiddette experiencias, laboratori in cui cimentarsi alle prese con la ceramica, con la preparazione del mojo (una salsa agliata che accompagna molte pietanze locali), con la tessitura, con la lavorazione del cuoio, ecc.

Ceramiche al mercado autonomo sostenible

Ceramiche al mercado autonomo sostenible

Ingredienti per il mojo

Ingredienti per il mojo

Io mi sono divertito a realizzare un piatto in ceramica secondo l’antica tradizione preispanica.

Indovinate, invece, cosa c’è sotto il villaggio? Una grotta vulcanica sotterranea in passato utilizzata per l’estrazione della pietra che oggi ospita un bellissimo ristorante.

P.s. se volete un consiglio, andate al bar-ristorante del Museo del campesino e ordinate il queso frito con marmellata di cactus. Vi leccherete anche i baffi!

Jameos del agua

Una visita a los Jameos del agua è imperdibile. Qui potrete davvero apprezzare quanto la mano dell’uomo può realizzare grandi cose nel rispetto totale dell’ambiente, valorizzandolo ed esaltandolo. Ma cosa sono i Jameos? Sono grotte vulcaniche risalenti a 3000-4500 anni fa, formatesi in seguito all’eruzione vulcanica del Monte de la Corona. Con il tempo il tetto di queste “bolle” è crollato dando vita ai Jameos, per l’appunto. Nei Jameos del agua sono presenti dei laghi in cui vivono ospiti illustri e singolari: i granchi albini che, con il riflesso della luce, brillano.

Cesar Manrique ha realizzato nei Jameos del Agua un bellissimo ristorante che pare sorgere dalle rocce stesse, un giardino botanico, una piscina spettacolare e l’auditorium che solo a metterci il piede dentro viene la pelle d’oca. Io ho anche cenato all’interno de los Jameos del agua in occasione della manifestazione Noche de Jameos e dunque ho ammirato questo posto unico, in notturna, cullato da bellissime melodie.

Cueva de los verdes

Questo è un altro posto sensazionale dove l’impronta di Manrique è evidente. Si tratta di una grande grotta detta de Los Verdes non in quanto verde ma semplicemente perché i vecchi proprietari, dei contadini, facevano Verdes di cognome.

cueva de los verdes

Cueva de los verdes

Cueva de los verdes

Cueva de los verdes

Si può percorrere per quasi un km ma solo con guida e si entra a gruppi di cinquanta. Lo spettacolo di rocce, luci e ombre all’interno è spettacolare così come la presenza dell’auditorium che lascia stupefatti … e in più c’è anche una sorpresa ma non ve la svelo, sennò vi rovino la visita.

Cueva de los verdes

Cueva de los verdes

Mirador del rio

Mirador del rio

Mirador del rio

La parola mirador mi ha sempre incantato. Sarà perché anche in sardo guardare si dice mirare. Infatti il mirador è un belvedere, un posto da cui ammirare il panorama. E il mirador del rio? Un belvedere dal quale ammirare … un fiume? Nooo. Niente affatto. A dispetto del nome, non c’è nessun rio che possa essere visto da lassù.

Mirador del rio

Mirador del rio

Mirador del rio

Mirador del rio

In compenso lo sguardo si allarga e si proietta sulla piccola isola della Graciosa, proprio davanti a Lanzarote, che può essere raggiunta con battello che parte dal paese di Orzola. Panorama a parte, che può essere goduto anche dal ristorante progettato da Manrique grazie alle gigantesche vetrate, tutta la struttura incanta per le forme, i colori e gli arredi.

Mirador del rio

Mirador del rio

Il ristorante el Diablo sul Timanfaya

Cesar Manrique è arrivato anche sulla cima del vulcano più famoso, il Timanfaya! Siccome sono certo che una visita alla scoperta de Las Montanas del fuego la farete, vi segnalo che lassù si trova un bar-ristorante progettato dall’artista dove si può mangiare, nientepopodimeno che, la carne arrostita con il calore del vulcano. Un’esperienza sicuramente da compiere!!!

Jardin de cactus

Credo sia il sogno di tutti i pollici verdi (ma anche di chi come me è negatissimo con le piante) poter passeggiare tra 1.400 piante di cactus, appartenenti a 450 specie e a 13 famiglie diverse presenti nei cinque continenti. No, non è un sogno, è il jardin de cactus, l’ultimo intervento di Cesar Manrique a Lanzarote. Pensate che prima di un giardino questa era una cava da cui si estraevano ceneri vulcaniche. Successivamente fu realizzato un mulino a vento per la macina del mais che oggi viene utilizzato solo per fini didattici ed è sicuramente scenografico.

Il Jardin de cactus è un esempio perfetto di riconversione di un sito industriale dismesso per altre finalità, in questo caso turistiche, nel pieno rispetto della natura e del paesaggio circostante.

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