La tradizione catalana del Canto della Sibilla
Ad Alghero, tutti gli anni, durante la messa di mezzanotte si ripete, ormai dal XIV secolo a questa parte, un antico rito di origine catalana un tempo ampiamente diffuso nel Mediterraneo. Si tratta del Canto della Sibilla o Cant de la Sibilla meglio conosciuto col nome di El Senyal del Judici con cui viene preannunciata la fine dei tempi e il ritorno di Cristo. E’ notevole il fascino di questa particolare melodia gregoriana eseguita in un’atmosfera magica e carica di significati quale è quella natalizia. Se non conoscete questa tradizione nostrana dal retrogusto medievaleggiante leggete un po’ qui 🙂

Cattedrale di Alghero
Sono numerose le tracce della cultura catalana che ancora si rintracciano ad Alghero, cittadina del nord Sardegna che nelle architetture, nelle tradizioni e nella lingua conserva l’impronta di quei conquistadores venuti dal mare. Il Canto della Sibilla è sicuramente uno di quegli antichi riti che gli iberici si portarono dietro quando giunsero sull’isola e che oggi può essere apprezzato ad Alghero e in pochi altri posti al mondo. Da una breve ricerca condotta in rete ho scoperto infatti che questa paraliturgia in catalano viene attualmente eseguita solamente nella capitale del corallo e nelle isole Baleari.

Alghero-interno chiesa
La missa del Gall e il Canto della Sibilla
Ad Alghero la messa di Natale, celebrata nella Cattedrale intitolata a Santa Maria, è conosciuta col nome di Missa del Gall, forse per via del gallo che si dice sia stato il primo animale ad annunciare la nascita di Gesù o forse perché da quel momento pare che le giornate inizino ad allungarsi lentamente, a passo di gallo. E’ proprio durante il suo uffizio che il coro intona il Canto della Sibilla, tramandato ininterrottamente dai Sibiller fin dal medioevo, dando forma a scenari apocalittici dominati dal gran tribunale di Cristo con sede a Giosafat, la valle che secondo la Bibbia ospiterà il giudizio finale. In passato era previsto che la sua esecuzione fosse accompagnata da un chierichetto che teneva in mano uno scettro, simbolo dell’autorità ecclesiastica, e da un altro che impugnava una spada, come a simboleggiare la giustizia divina.

Cattedrale di Alghero dove si esegue il Canto della Sibilla
Le origini del Canto della Sibilla e la tutela dell’Unesco
Il Canto della Sibilla o della Pitonessa, importante testimonianza di un capitale identitario che merita tutela, ha rischiato di scomparire per sempre. Nato in Francia tra il IX e il X secolo, come desumibile dal manoscritto proveniente dal monastero di Saint-Martial a Limoges, il rito si è diffuso in alcune regioni del Mediterraneo sulla spinta di Giacomo I fino a quando durante il Concilio di Trento i vescovi, ad eccezione di quelli di Alghero e Maiorca, ne hanno proibito l’esecuzione poiché ritenuto di matrice profana.
Ciò che prima veniva vietato, viene oggi valorizzato!
Nel 2010, a distanza di secoli, El Senyal del Judici è stato infatti dichiarato patrimonio immateriale dell’Unesco. A questo proposito in Sardegna non tutti sanno che oltre al canto a tenore anche il Canto della Sibilla gode di questo importantissimo fregio.
Ma non siete a questo punto curiosi di conoscere il testo della versione algherese? Eccolo qua trascritto per voi e accompagnato dal video della sua esecuzione unitamente a quella maiorchina, per metterle a confronto.
El Cant de la Sibil.la – L’Alguer
Al jorn del judici
parrà qui avrà fet servici.
Un Rei vindrà perpetual
vestit de nostra carn mortal
del Cel vindrà tot certament
per fer del setgle giugiament.
Ans quel Judici no serà
un gran señal sa monstrarà
lo sol perdrà la resplandor
la terra tremirà de por.
Aprés se badarà molt fort
amostrantse de gran conort
amostrar se an ab bris i trons
les infernals confusions.
Del Cel gran foc devallarà
com a soffre molt podirà
la terra cremarà ab furor
la gent avrà molt gran terror.
Aprés serà un fort señal
d’un terratremol general
les pedres per mig se rompran
y les montanyes se fendran.
Llavors ningú tindrà talent
de or, riqueses, ni argent
esperant tots quina serà
la sentèntia ques darà.
De morir seran tots son talents
scrafirlos an totes les dens
no y avrà home que no plor
tot lo món serà en tristor.
Los puits y plans seran iguals
allí seran los bons y mals
Reis, Duchs, Conptes y Barons
que de lus fets retran rahons.
Aprés vindrà terriblement
lo fill de Déu omnipotent
qui morts y vius judicarà
qui bé avrà fet allís parrà.
Los infans qui nats no seran
dintre ses mares cridaran
diran tots plorosament
ajudaus Déu omnipotent.
Mare de Déu pregau per nos
pus seu Mare dels peccadors
que bona sentèntia hajam
y Paradís possehiam.
Vosaltres tots qui estau
devotament a Déu pregau
de cor ab de gran devoció
que us porte a salvació. Amen.
E voi avete mai assistito a qualcuna di queste spettacolari interpretazioni? Aspetto le vostre impressioni 🙂