L’antico rito della vestizione de su Componidori
Quest’anno, l’ultima domenica di carnevale, ho avuto per la prima volta l’onore di essere stato invitato ad assistere alla vestizione de su Componidori nella sede del gremio dei contadini di Via Aristana a Oristano. È stata per me un’esperienza a dir poco entusiasmante, ricca di commozione e divertimento.
Mi sono sentito un vero privilegiato a presenziare a un evento che, dati gli spazi limitati in cui si svolge, prevede un numero ristretto di astanti, circa 150-200 in tutto, tra amici, parenti e personalità delle istituzioni.
Durante tutta la vestizione ho scattato circa mille foto in sequenza, cercando di catturare i momenti più salienti della manifestazione e di immortalare le espressioni di felicità, meraviglia e stupore che si dipingevano sui volti degli spettatori. Voglio quindi raccontarvi in maniera quanto fluida e comprensibile, sperando di non annoiarvi, in cosa consista questo antico rito ma, prima di tutto, mi sembra necessario fare una breve introduzione alla Sartiglia di Oristano, non sia mai che qualcuno non la conosca ancora 😆
La Sartiglia di Oristano
La Sartiglia è una delle principali manifestazioni della tradizione carnascialesca sarda. Si festeggia da secoli nella città di Oristano, ha origini medievali ed è guidata da un capocorsa, su Componidori, accompagnato da su segundu e su terzu con un seguito di oltre cento cavalieri.
Si tratta, per l’appunto, di una giostra equestre durante la quale i cavalieri in costume e muniti di spada si lanciano al galoppo lungo una via sterrata con l’obiettivo di infilzare la stella, simbolo indiscusso della Sartiglia, che si trova appesa a mezz’aria. Il numero finale di stelle “catturate” è proporzionale alla generosità dell’imminente annata agraria. Il video sottostante fugherà ogni dubbio 😀
La Sartiglia inizia in scuderia
La mia Sartiglia experience inizia in scuderia dove alcuni amici mi aspettano per consegnarmi l’invito da presentare alla casa del gremio e per brindare allegramente di buon mattino. Sono le 9:30 quando arrivo in località Is Pastureddas, nell’agro di Oristano, e ad introdurmi verso le scuderie trovo un trionfo di bandierine colorate che danzano al vento.
L’atmosfera è frizzante e carica di attese. I cavalieri e i trombiettieri non vedono l’ora che siano le 14 per iniziare la corsa alla stella. Tra strette di mano, saluti e risate, scorrono davanti ai miei occhi (e subito dopo sotto le mie fauci) caroselli di dolci tra cui zippole, ciambelle e chiacchiere e, ovviamente, l’immancabile vernaccia di Oristano, un must.
Tra una chiacchera e un dolcetto mi accorgo che si è fatto tardi, saluto tutti e mi dirigo alla volta di via Aristana, presso la sede in cui avverrà la vestizione.
Il bando
Non appena giunto nei pressi della casa del gremio mi imbatto, fortunatamente, nel bando pubblico. Un araldo a cavallo, accompagnato da figuranti in costume e da una schiera di trombettieri e tamburini, annuncia nell’antica lingua del Giudicato d’Arborea che quel giorno, a Oristano, si terrà la Sartiglia. Anche questo è un magic moment che meritava di essere ripreso a colpi di dirette su instagram (trovate tutto nelle mie storie). Per completezza vi riporto il testo originale del bando:
E si ettada unu bandu
Amadu Populu de Aristanis,
siat a tottus notoriu chi nos
Pro Gracia de Deo
Sindigu de Aristanis,
Conti de Goceano, Bisconti di Basso,
volendo provvediri ass’utili e nobili
divertimentu de tottus sos fidelis
subdytos nostros e de totas sas
Curadorias de Sardynia
habemos deliberadu de faghere,
segundu s’antiga costumanza,
e pro tanto ordinamus
Si fazzat una laudabile giostra,
ovvero Sartillia,
tra donnos, donnicellos,
lieros e mannos homines.
Sa prova de ispada e de lanza, ovvero
de vara aragonesa s’hat a tenner oe
dominiga de carrasegare a denante
sa seu de Santa Maria nostra protettora,
et hat a esser prinzipiada a s’ora terza de
Nostro Signore, a cumandu e ordini de su
Mastru Componidore, dae nos destinadu
Ordinamus
chi su binchidore siat alloradu et S’appat
su premiu de manu de Nos Sindigu.
Sia custu a tottus notoriu.
Un spettacolo assistere anche a questo evento! Non appena terminato mi dirigo alla casa del gremio e aspetto all’interno che arrivi su Componidori, accompagnato dal corteo di persone che lo assisteranno nella vestizione.
I personaggi chiave della vestizione de Su Componidori
La vestizione de su Componidori è contrassegnata dalla presenza di alcune figure chiave. Vediamole in breve:
1) Su Componidori
2) Sa massaja manna e is massajeddas
3) S’Oberaiu majore o su Majorale en Cabo
4) I tamburini e i trombettieri
5) Il pubblico
1) Su Componidori
Su Componidori è il capocorsa della Sartiglia, la principale figura di riferimento. A lui spetta iniziare e concludere la giostra equestre. La maschera che indossa è iconica ma a questo proposito è bene fare un precisazione. I componidoris sono sempre due: uno per il gremio dei contadini (la domenica) e l’altro per quello dei falegnami (il martedì).
La maschera che portano in volto differisce leggermente per colore e tratti: dorata e dalle sembianze più androgine quella della domenica, più chiara e pronunciata quella del martedì. Il rito della vestizione è molto simile per entrambi, cambiano (oltre alla location) i colori dei nastri che cingono le braccia del Capocorsa e del fiore apposto sulla mantiglia.
Chi è su Componidori? Rappresenta un semidio, una figura ancestrale e mistica che, con una ritualità a metà tra il sacro e il profano, oltre a guidare la corsa impartisce benedizioni con un mazzo di pervinche e viole chiamato sa pippia ‘e maju (la bambina di maggio).
La sua origine è misteriosa ma tutto sembrerebbe ricondursi ai cicli della natura, alla fertilità e alla terra. Proprio in virtù di questo rapporto di sacralità tra l’uomo e la Madre Terra, dal momento in cui su Componidori salirà sul tavolo (sa mesita) sul quale si compirà la vestizione non potrà più scenderne fino alla fine della manifestazione (che si conclude in tarda serata con la svestizione): Su Componidori no podit ponni pei in terra. E’ un sacerdote puro e fiero, una divinità attesa tutto l’anno dal popolo oristanese e non solo. I nomi dei prescelti che di anno in anno hanno l’onore di vestire i panni de su Componidori viene sempre ufficializzato il giorno della Candelora.
2) Sa massaja manna e is massajeddas
Sa massaja manna ha un ruolo di prim’ordine: dirige le operazioni di vestizione del capocorsa. Si posiziona ai piedi de sa mesita e osserva i vari passaggi da lontano e da vicino, dà indicazione a is massajeddas su cosa fare e come abbigliare nel modo ottimale il semidio.
Is massajeddas sono giovani ragazze che, sfoggiando lo splendido abito tradizionale di Oristano, sono addette a cucire addosso a su Componidori i vari pezzi del vestito, ad annodare nastri e a impreziosire la sua figura con dettagli e particolari. Sono loro che portano al gremio i vari indumenti (la camicia, la giubba, il velo, ecc.) trasportandoli all’interno di bellissimi cestini sardi.
3) S’Oberaiu majore e su Majorale in Cabo
Si tratta dei presidenti dei due gremi che organizzano la Sartiglia.
S’Oberaiu majore attiene al gremio di San Giovanni Battista, santo che viene festeggiato due volte all’anno, il 24 giugno e il 29 agosto, e che ha come luogo di riferimento per il culto la chiesa trecentesca di Santu Giuanni de Froris o de Foras, alla periferia di Oristano. Le origini del gremio si perdono in un passato lontano e le più antiche attestazioni risalgono al XV secolo.
Su Majorale de Cabo è il presidente del gremio dei falegnami, devoto a San Giuseppe operaio. Fondata nel XVI secolo, la corporazione dei falegnami mantiene una cappella all’interno della cattedrale di Oristano e si occupa di organizzare la Sartiglia del martedì grasso.
4) I tamburini e i trombettieri
La presenza dei tamburini e trombettieri è fondamentale e decisiva nel connotare in maniera festosa l’atmosfera della Sartiglia. Lo squillo delle trombe e il suono dei tamburi scandisce i momenti salienti della corsa, preannuncia la discesa dei cavalieri e segna i vari passaggi della vestizione.
5) Il pubblico
Anche il pubblico è importante. Durante la vestizione assiste con partecipazione ai vari momenti e incoraggia a suon di applausi e di hip hip urrà su Componidori durante il suo processo di trasfigurazione.
La vestizione de su Componidori
Una volta illustrati brevemente i personaggi che ruotano attorno alla Sartiglia, vediamo velocemente i principali passaggi della vestizione de su Componodori.
Dopo un ingresso trionfale, abbracciato da applausi e acclamazioni, il capocorsa sale sulla mesita, sulla quale è collocata una sedia in legno intarsiata, accompagnato da sole due massajeddas mentre le altre rimangono per terra e passano i vari indumenti alle prime, mano a mano che la procedura si svolge.
Per prima cosa al capocorsa viene fatta indossare sa camisa, una camicia bianca ricamata fermata con dei nastri colorati all’altezza dei gomiti (rossi per i contadini e rosa e celesti per i falegnami).
Sistemata la camicia arriva il turno de su coietu, un antico indumento da lavoro che consiste in un giaccone di pelle smanicato e stretto in vita da un cinturone, anch’esso in pelle.
Arriva dunque la fase più delicata: preparare il capocorsa ad indossare la preziosa maschera. Il suo capo viene incorniciato con delle bende su cui la maschera sarà fissata, immediatamente dopo essere stata mostrata al pubblico festante.
C’è in realtà un’operazione preliminare che su Componidori compie prima di calarsi la maschera sul volto: fa un brindisi con un bicchierino di vernaccia che gli viene offerta dal presidente del gremio.
Da quel momento l’uomo diventa una divinità ultraterrena. Mancano solo gli ultimi dettagli: la sistemazione de sa mantiglia, il velo ricamato che gli viene cucito addosso e sul quale si applica una camelia rossa.
Termina il tutto l’apposizione del cilindro nero, la vestizione dei guanti bianchi e la consegna de sa pipia ‘e maju.
Ora su Componidori è pronto in tutta la sua maestosità.
Il pubblico è invitato a rimanere in un rigoroso silenzio per non spaventare il destriero che viene fatto entrare nella casa del gremio. Su Componidori vi monta sopra, benedice la folla e si dirige all’esterno sdraiato sul dorso del cavallo. Lì lo aspettano i suoi fedeli compagni, su segundu e su terzu, che insieme ai restanti cavalieri si dirigono verso la via della Cattedrale per dare inizio alla corsa.
Ora la Sartiglia può avere inizio 🙂
Per approfondimenti: