Nuragica a Nuoro. L’immersiva mostra-evento da non perdere
Dopo le edizioni di Olbia, Sassari e Barumini, la mostra-evento Nuragica fa finalmente tappa a Nuoro, negli spazi del Centro Polifunzionale di Via Roma. Io l’ho visitata il 16 febbraio, insieme ad altri colleghi blogger e instagramer, in occasione di un educational tour e ora vi racconto perché vale davvero la pena andarla a vedere.
In fondo all’articolo trovate anche il link ad alcuni dei loro post!
Innanzitutto cos’è Nuragica, da chi è organizzata, cosa racconta e a chi si rivolge? Sono queste le domande più frequenti che ho ricevuto negli scorsi giorni.
Keep calm ora vi svelo qualche dettaglio ma, prima di iniziare, chiudete gli occhi e immaginate di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, lungo 3500 anni, e di trovarvi circondati da sacerdotesse devote al culto delle acque, arcieri, guerrieri e primitivi artigiani.
Siamo nella Sardegna più ancestrale, una terra antica, rigogliosa e fertile, abitata da una delle civiltà più importanti, e per molti aspetti misteriose, del bacino Mediterraneo, di cui tanto si è scritto e ipotizzato ma tanto altro deve ancora essere raccontato.
È la civiltà nuragica, che non ha lasciato testimonianze scritte ma segni e monumenti che ancora oggi punteggiano il paesaggio della Sardegna: oltre 300 tombe dei giganti, circa 2.000 domus de janas (le casette scavate nella roccia con funzione sepolcrale), 7.000 nuraghi e 50 pozzi sacri.
Proprio i nuraghi, massima espressione architettonica di questo popolo di antichi costruttori, rappresentano le eclatanze più suggestive sia per numero che per densità. I nuraghi risultano, infatti, distribuiti lungo tutto il territorio dell’isola, da nord a sud, da est a ovest. La loro funzione potrebbe essere mutata nel tempo (dimora, fortezza, vedetta, ecc.) ma una cosa è certa: tutte quelle grandi torri di pietra, viste dall’alto, offrivano uno spettacolo incredibile. Potremmo azzardare una metafora, come ci suggerisce scherzosamente Paolo Alberto, il nostro cicerone: siamo di fronte alla Manhattan dell’età del bronzo.
La cività nuragica come non l’avete mai vista
Iniziamo col definire il fenomeno: Nuragica non è la classica mostra! Nessun reperto originale è esposto mentre ampio spazio è riservato a ricostruzioni, modellini, pannelli illustrativi e ambientazioni che rievocano i luoghi più significativi dell’antica civiltà isolana.
È una vera e propria “passeggiata” tra tombe dei giganti, menhir, pozzi sacri e capanne in pietra, circondati dai personaggi di allora ricostruiti sulla base dei bronzetti rinvenuti in diversi scavi archeologici, che culmina con un’immersione multimediale grazie a un visore VR il quale, una volta indossato, catapulta lo spettatore in una dimensione virtuale, quella di un villaggio nuragico.
È questo un modo innovativo di raccontare la storia di un popolo. In gergo tecnico si chiama edutainment, termine ibrido nato dall’accostamento tra educational e entertainement, educazione e intrattenimento per l’appunto.
La mostra-evento, ideata dalla start-up Sardinia Experience, che nel 2017 alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum figurava tra le 10 proposte italiane più innovative, ha riscosso negli ultimi mesi un notevole successo di pubblico e critica.
A chi si rivolge? A tutti coloro che intendono conoscere una civiltà millenaria e capire il senso della presenza di tanti elementi sul territorio (spesso visti con sguardo non curante) come i nuraghi o le tombe dei giganti. Fortemente consigliata per i turisti e per le scolaresche ma anche per chi, come me, non è un archeologo o uno specialista del settore ma ha la curiosità di scoprire un po’ di più sulla magnifica terra che calpesta tutti i giorni.
Fondamentale è l’accompagnamento narrativo, lo storytelling, che le preparatissime guide forniscono durante la visita.
Tra le cose che mi hanno colpito maggiormente le ricostruzioni in scala 1:1 dei bronzetti nuragici come quello della “Libagione” che avevo descritto in un post su Instagram:
Allora gente, un attimo di attenzione, por favor! Per la rubrica #sardegnanonsolomare, sapete cosa simboleggia questa piccola statuina in bronzo? Si tratta di una sacerdotessa nuragica vecchia di qualche millennio intenta ad offrire un dono votivo alle antiche divinità!
È questa la riproduzione del bronzetto che prende il nome di “La libagione”, alto 12,5 cm, rinvenuto nel territorio di Lanusei e conservato a Cagliari.
Ha alcune caratteristiche peculiari: indossa un copricapo di forma conica, un mantello decorato e un alto collare che le ricopre interamente il collo. Tiene in mano una ciotola probabilmente atta a contenere un liquido.
Indovinate un po’ dove l’ho scovata? Alla mostra-evento #nuragica allestita adesso presso il centro polifunzionale di Nuoro, in via Roma, che ho visitato proprio l’altro giorno.
La scoperta dei bronzetti nuragici è di per sé un motivo super valido per vedere questa mostra che ne espone diverse riproduzioni.
I bronzetti rinvenuti in Sardegna sono circa 500, spesso in luoghi cultuali come pozzi e tempi. La loro funzione era di ex-voto, i primi risalgono forse al IX secolo a.C. e raffigurano sacerdoti, sacerdotesse, guerrieri e figure chiave della società di allora. La tecnica con cui venivano prodotti potrebbe essere stata introdotta nell’isola dai Fenici ma … non è certo 🤓 Lo sapevate?
Per tutti i dettagli su Nuragica a Nuoro consultate l’apposito sito internet.
Per approfondimenti, vi consiglio gli articoli di:
Ringrazio infine il team di Heart of Sardinia per avermi fatto vivere questa bella esperienza.