Veneto

Dancing with Myself. Riflessioni sull’identità a Punta della Dogana

12 Dicembre 2018
Dancing with Myself a Venezia

Identità e sue rappresentazioni in mostra a Venezia

Nell’epoca dell’apparire, dove spesso la forma è anche sostanza, le sfumature imperano e i contenuti più profondi vengono talvolta offuscati da ciò che resta a galla, indagare sul senso profondo dell’identità risulta un’operazione tanto complessa quanto necessaria.

Cos’è in fondo l’identità? Che forme può assumere nell’immaginario collettivo a partire dalle rappresentazioni personali? Indagata a lungo da numerose discipline, tra cui la geografia e la sociologia, l’identità si presta a differenti interpretazioni e chiavi di lettura.

Nella mostra collettiva in corso a Venezia, a Punta della Dogana, e visitabile fino al 16 dicembre vengono proposte stimolanti riflessioni sul tema identitario a partire dal dialogo tra le opere della Collezione Pinault e alcuni lavori provenienti dal Museum Folkwang di Essen.

Dancing with Myself è il titolo accattivante scelto dai curatori Martin Bethenod Florian Ebner che, proprio da una lettura delle opere esposte, traggono ispirazione per alcuni interrogativi di fondo, esistenziali, politici, poetici, biografici e sociali:

“Quale materiale, strumento, o anche quale arma possono costituire il mio corpo e la mia immagine per la mia ricerca artistica? Quale ruolo mi assegna la società – in quanto artista, in quanto persona e in quanto membro di una comunità o di una minoranza – e come posso liberarmi dai suoi obblighi? Come posso sfuggire alla fatalità della morte diventando parte della mia opera?”

Dancing with Myself : la struttura della mostra

Dancing with Myself, esplorando un arco temporale che va dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, mette in evidenza l’importanza del ruolo dell’artista all’interno del processo creativo.

“Più che soggetto, l’immagine e il corpo dell’artista sono un nuovo strumento che serve ad affrontare un certo numero di tematiche e posizioni, spesso legate a sfide politiche, o che toccano problemi sociali, razziali, d’identità, di genere, di sessualità”

Superata un’imponente tenda rossa ci si ritrova catapultati in un mondo popolato da uomini di cera che lentamente si consumano per effetto di candele accese, gambe che sporgono dai muri, fotografie che rittraggono personaggi indecifrabili. Tutto viene messo in discussione, a partire dall’identità dei soggetti raffigurati la cui definizione sfugge a steccati e preconcetti per esplicitarsi nei modi più svariati.

La mostra si sviluppa lungo quattro sezioni tematiche: Melancolia, Giochi d’Identità, Autobiografie Politiche, Materia Prima.

Il concetto di individuo, in quanto detentore di una identità unica, stabile e fissa, è messo in discussione e anche l’autoritratto su tela, strumento principe di rappresentazione, cede il passo ad altri approccii e strumenti. Non solo pittura ma anche fotografie, video o performance.

Attingendo alla diversità dei linguaggi utilizzati, considerando le differenti culture e origini geografiche degli artisti in mostra, gli aspetti generazionali e le esperienze messe in pratica, Dancing with Myself si snoda “tra la malinconia della vanità e il gioco critico delle identità, tra l’autobiografia politica e i temi esistenziali, tra la presenza del corpo e la sua assenza o la sua sostituzione simbolica”.

 

Dancing with Myself
A cura di  Martin Bethenod e Florian Ebner
Punta della Dogana – Venzia

08/04/2018 – 16/12/2018
Tutti i giorni escluso il martedì
Dalle 10 alle 19
https://www.palazzograssi.it/it/mostre/in-corso/dancing-with-myself/

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